Gianblu nasce a Lecco il 26/10/1968. Artigiano per passione, inizia il suo ancora inconscio percorso nell’arte dedicandosi alla ristrutturazione d’interni. Da sempre appassionato di fotografia, focalizza la sua attenzione nella sperimentazione delle peculiarità delle istantanee, utilizzando carte pregiate per dare un valore materiale aggiunto al prodotto artistico.

Le varie sperimentazioni, tutte frutto di una naturale curiosità e istinto artistico, e il forte supporto dalla ex compagna Bri, lo incuriosiscono al punto da iniziare a manipolare la materia direttamente con le sue mani. Ed è infatti così che Gianblu inizia il suo percorso artistico il 18 Novembre 2017, con la realizzazione della sua prima opera.

Tra il 2017 e il 2018 Gianblu decide di perseguire questa aspirazione artistica e si dedica assiduamente alle sue creazioni, realizzando in breve tempo un numero notevole di opere, tutte accumunate dalla ricerca di soggetti intrinsecamente umani, accompagnato da uno studio del materiale e della tecnica completamente personale. Un segno distintivo, che si stabilisce dal 2018 è il cerchio: un simbolo impregnato di diversi significati, ma uno tra tutti quello più caratterizzante, un segno di perfezione alla quale ambire.

È proprio grazie a Bri se nel 2018 Gianblu si è inserito nel “Borgo dei Pittori” dove ha esposto in piazza a Santa Margherita Ligure. Lì ha potuto confrontarsi per la prima volta con un pubblico, e conoscere persone che lo hanno ispirato.

Una di queste è la pittrice e insegnante d’arte Giovanna Poggi, con la quale ha iniziato un’amicizia e collaborazione, che gli ha dedicato questo pensiero: “Non ho mai conosciuto una persona che pur essendo all’inizio del suo percorso artistico e oltretutto autodidatta abbia una così grande determinazione ed un così forte istinto per ciò che è “giusto”, ogni sua opera nasce già “perfetta”. Gianblu ha delle qualità non comuni che gli vengono da dentro, come se in una vita precedente avesse lavorato tantissimo in questo campo ed ora in questa facesse una sintesi sapiente di ciò che aveva imparato”.

Successivamente, entra nell’associazione “Le Arti si Incontrano” di Chiavari (GE) dove partecipa ad una fruttuosa collettiva itinerante su cinque comuni.

È nel 2019 che Gianblu inaugura la sua prima mostra, aprendo le porte di casa sua, e non in senso solo metaforico, agli spettatori. Infatti, l’artista come location per una mostra unica sceglie un’ ambientazione ancora più unica, la propria casa. Con questo gesto di grande significato l’artista vuole aprire sé stesso, invitare personalmente gli spettatori all’interno della propria vita. Casa nella quale, per far fede a sé stesso, mancano sia la televisione che un divano. Eliminando le distrazioni e le alienazioni l’artista può dedicarsi interamente al suo prodotto creativo, senza perdere tempo in attività futili e infruttuose.

La mostra si intitola “ 583 giorni di me.”
583 sono i giorni di ricerca continua che vedono l’artista eclissarsi nel mondo esterno per vivere una travolgente esperienza con l’arte.
583 sono i giorni passati a indagare la bellezza della materia pittorica e le molteplici sperimentazioni che ne derivano.
583 sono i giorni in cui l’artista ha rappresentato in modo estremamente personale, una sua intima concezione dell’Essere.

Non è una mostra a tema, è un evento unico con l’intenzione di mettere in risalto l’iter creativo di un artista capace di essere in costante metamorfosi, variando temi, soggetti e supporti che caratterizzano la sua produzione artistica. Una caratteristica peculiare del suo stile è fondere il materiale vecchio e il moderno: infatti per dipingere adopera una mistura di sua invenzione di silicone e colori acrilici, che conferiscono una nuova nota originale al materiale di produzione.

Uno è il messaggio celato in questa esposizione: la testarda volontà di credere nei propri sogni. Tutto ciò che fino a pochi secondi fa poteva essere ridotta ad un’aspirazione, può essere concretizzata solamente da noi stessi, e semplicemente avendo fiducia nei nostri risultati e nelle nostre capacità. È necessario “alzarsi dalla sedia” se si vuole raggiungere un qualsiasi obiettivo.

Un’altra persona estremamente importante nella sua carriera è Danilo Momentè che lo ha seguito nel cammino d’artista, standogli vicino con un dialogo aperto e stimolante su progetti grandi e ambiziosi, una fonte di ispirazione e di confronto che è stata fondamentale per la realizzazione delle idee più affascinanti.

Nel 2019 inizia a sperimentare anche l’arte plastica, dedicandosi ad una piccola statua in bronzo: un ominide pregno di significato, che ricalca una delle citazioni di Gianblu, “ Se vivi un sogno non ti sedere”.

È quindi periodo di cambiamenti, infatti è proprio in questo periodo che l’artista compie la sua ultima metamorfosi cambiando la sua firma. La ricerca di una nuova forma artistica che potesse incanalare tutta la sua essenza vitale, viene rappresentata da un cambio di firma, verso forme più personali.

E non è tutto: avviene anche un drastico abbandono delle tonalità scure che caratterizzavano l’intenzionalità espressiva di Gianblu, verso uno sfociare di colori primaverili, giovanili ed energici.

Il 14 Dicembre 2019 espone ad Arcore due peculiari opere fuori catalogo, Sinergia e Internet.

Arriviamo al 2020, del quale purtroppo sono ben conosciute le connotazioni principali: mesi di solitudine, di incontro obbligato con sé stessi che portano Gianblu ad esprimersi in forme mai affrontate finora, ovvero l’espressione poetica. Scrive infatti sette brevi componimenti, di vario tema. Non affrontano necessariamente la tristezza del momento, ma sono una introspezione personale ed estremamente intima.

Ad oggi Gianblu continua ad esprimere la sua essenza in tutte le forme possibili, espandendosi e cercando nuove modalità di catarsi. Propone infatti un’ampia collezione di 300 opere. Inoltre, partecipa attivamente alla vita sociale, tenendo una rubrica personale su BrianzaWeb.com “L’arte a portata di tutti” con la sua citazione “l’arte è dentro in ognuno di noi qualsiasi arte sia dobbiamo solo avere il desiderio di liberarla” e partecipando a numerose interviste.

Sono molti i progetti a cui sta lavorando, alcuni sorprendentemente ambiziosi, che ci rivelano quanto la sua voglia di creare sia intensa.

Il principale progetto è “La scatola”. Ispirandosi all’idea di Edward De Bono “ Think outisde the box”, e adattandola alla sua personale esperienza, Gianblu intende realizzare una imponente scatola di legno di 31 m3. Quest’ opera vuole essere uno stimolo per la creatività del visitatore, un input ad uscire da delle regole e linee pre-imposte, che possono essere valicate solamente con la propria forza mentale.

A settembre la prima di questa serie di scatole verrà installata ad Agrate. Le altre sono invece previste per il 2021 in diverse città Italiane.

Ominide
L’ominide rappresenta la prima produzione plastica di bronzo mai realizzata da Gianblu. Rappresenta due forti messaggi: il primo è un tema molto caro all'artista, ovvero che se una persona vuole davvero realizzare un sogno, non deve mai sedersi. Non deve concedersi pause, non deve fossilizzarsi nella pigrizia. Deve avere il coraggio di alzarsi e lavorare per poter raggiungere i suoi obiettivi. “Se vivi un sogno non ti sedere”. Il secondo invece è legato alla sua forma puramente artistica, una linea morbida, pulita e piacevole, oggettivamente “perfetta”. Nonostante ciò presenta delle aberrazioni anatomiche, che porterebbero l'osservatore a non considerarlo valido. Con questa osservazione l'artista vuole porre il focus su quanto il nostro giudizio si possa basare su preconcetti estetici stabilizzati nel corso dei secoli, e non invece su un'anima “di bronzo” e su una linea gentile e delicata, che rappresentano la vera essenza dolce dell'ominide.

La scatola
“La scatola” nasce da un'illuminazione e da una consapevolezza. Quest'opera è stata ispirata da Edward De Bono, ideatore del concetto di "pensiero laterale". Egli sostiene infatti che per ottenere una soluzione innovativa bisogna discostarsi il più possibile dalla rigidità dei modelli mentali comuni. È necessario reinventare il processo logico, mescolare le informazioni e le ipotesi per giungere ad una soluzione davvero brillante e originale. Ho sempre pensato che un lavoro, una volta concluso, potesse essere vissuto anche da altri. Ogni persona porta la sua immaginazione all’interno del processo creativo creando sempre nuove e continue suggestioni: in questo modo De Bono, con la sua numerosa bibliografia, mi ha ispirato ad andare oltre alla classica concezione artistica. Arriviamo al punto. Agire in un luogo solitario, vergine, non toccato, delle volte anche trascurato, non può che valorizzarlo. Sulla falsariga di quanto è avvenuto negli anni Sessanta negli USA con gli artisti della Earth Art e, sulla scia di quanto Christo ha realizzato sul lago d’Iseo nel 2017, propongo “La Scatola” come progetto di valorizzazione di un luogo e stimolo per la creatività mentale di ognuno di noi. “La scatola” non è nient’altro che una scatola. Il suo aspetto è banale ma la semplicità della sua forma viaggia in parallelo con la complessità dell’esperienza. Quest’ultima è difatti duplice. Se immaginiamo di essere chiusi in una scatola, da lì dentro la nostra visione del mondo è unica e la conoscenza rimane vincolata al solo contenuto del contenitore stesso. Sarà senz'altro spaventoso fare questo passo, distaccarsi dalla normalità e dal conosciuto, ma una volta fuori vedremo le cose da un’altra prospettiva, e saremo grati dello sforzo che abbiamo fatto. Qual è dunque il fine? Pensare fuori dalla “Scatola”. Cambiare abitudini. Osservare i problemi in maniera differente. E infine, venirne ricompensati. “La scatola” può essere quindi interpretata come espressione fisica dell’essenza di una “Scatola” che si apre nell’ambiente in cui viene posizionata e dove spazio interno e luogo circostante si fondono in una struttura che oltre valorizzare il luogo, stimola la curiosità di indagare su quanto accade intorno a noi e dentro di noi.